Dall’ autismo non si guarisce, ma sappiamo che si può migliorare e avere una vita più felice e un maggiore grado di integrazione nella società.
Gli interventi che riporteremo qui di seguito hanno come obiettivo il trattamento dell’autismo nei bambini, per un miglioramento della vita loro e delle loro famiglie.
Approfondisci su Laprimainfanzia.it
Anche le famiglie, infatti, sono pesantemente influenzate dalla sindrome: l’autismo è un disturbo molto difficile da gestire, si presenta sempre in modo diverso da soggetto a soggetto, e il fatto che sia complicato trovare trattamenti adatti a tutti lo rende difficilmente gestibile anche per i parenti dei ragazzi interessati.
Sappiamo come l’autismo sia una patologia difficile da capire, che richiede attenzioni ed empatia nei confronti di questi piccoli: per contrastare gli effetti di questa sindrome, nel tempo sono stati sviluppati Metodi e Tecniche. Vediamone alcuni.
IL METODO ABA
L’ analisi comportamentale applicata (aba) è una delle metodologie più note per affrontare l’autismo nei bambini e nei ragazzi.
L’Applied Behavior Analysis osserva il comportamento dei piccoli, e cerca di interpretare sperimentalmente il modo in cui gli stimoli socio-ambientali in cui una persona è immersa possono avere impatto sui comportamenti. Quindi analizza l’unione tra l’atteggiamento e gli eventi che lo condizionano.
Negli anni, sono stati effettuati molti studi che dimostrano che ai bambini autistici possono essere insegnate certe abilità, e che i loro comportamenti problematici, come ad esempio gli scatti d’ira, possono diminuire utilizzando questo metodo: l’ABA, quindi, aiuta a promuovere i comportamenti positivi, con la terapia che si svolgerà nei luoghi fondamentali del bambino, per esempio scuola, casa; saranno i genitori, depositari degli insegnamenti del metodo ABA, a insegnare al bambino, aiutandolo ad adeguarsi in modo naturale all’ ambiente in cui vive.
Il metodo ABA quindi si basa sulla tecnica del rinforzo.
IL METODO TEACCH
Come il metodo ABA, anche il TEACCH ha un approccio comportamentale per la gestione delle sindromi dello spettro autistico. Scopo di questo trattamento, è quello di promuovere lo sviluppo dell’individuo, il suo inserimento e l’autonomia nella vita della persona, con trattamenti educativi che accentuano le abilità sociali di questi bambini.
Quindi come il metodo ABA, anche qui vi è la partecipazione attiva dei genitori: considerati la fonte di informazioni migliore sul proprio bambino, i genitori vengono coinvolti nel programma il cui scopo è quello di portare una migliore padronanza del proprio ambiente e della propria vita ai piccoli.
Principi chiave del Metodo TEACCH sono l’inquadramento diagnostico e la valutazione clinico-comportamentale del piccolo, la consideraizione dle livello di sviluppo attuale del bambino e un sistema di educazione struturata creata sulle necessità del bambino.
LA TECNICA NEUROFEEDBACK
Molto importante, emersa negli ultimi anni, è la tecnica denominata neurofeedback, che utilizza strumenti che registrano l’attività del cervello (basandosi su EEG), tramite elettrodi posizionati sulla testa dell’individuo.
I risultati dell’elettroencefalogramma vengono utilizzati per creare report delle attività del cervello, che permettono di attuare terapie specifiche e personalizzate sulle esigenze di ogni bambino.
Sostanzialmente, in base ai feedback degli EEG vengono inviati “comandi” alle onde Delta emesse dal cervello affinché siano più regolari e basse. Questo consente di migliorare la capacità di attenzione dei bambini autistici e, di conseguenza, aumentare il potenziale di apprendimento.
Il neurofeedback è un allenamento del cervello: come il metodo ABA si basa su rinforzi e il TEACCH sulla corretta gestione delle informazioni derivate dallo studio del paziente, il neurofeedback si basa su una risposta, un “feedback” appunto, grazie alla quale si potrà procedere alla gestione delle onde cerebrali per ognuno in modo diverso.
Possiamo paragonarlo ad una esercitazione, ad un apprendimento graduale e continuo favorito dall’abbassamento delle onde delta del cervello: in questo modo vengono promossi i comportamenti positivi e diminuiscono quelli negativi.
Questa tecnica si sta facendo strada per diversi motivi:
- è priva di effetti collaterali;
- è possibile praticarla “a casa”;
- è compatibile con tutte le altre metodologie di contrasto all’autismo.
- risulta essere una tecnica all’avanguardia.
Dato l’interesse suscitato negli ultimi anni nelle comunità scientifiche, quella del neurofeedback è una tecnica in continuo miglioramento; considerata come una branca del biofeedback – già ampiamente utilizzato – il neurofeedback consente di lavorare alla stessa maniera anche su patologie come ansia, disturbi del sonno, stress.